jeudi 10 décembre 2009

L’alta moda e il prêt-à-porter

Una storia legata...

In Francia è grazie alla Corte che cominciano a diffondersi gli usi dell’abbigliamento, ammirati e imitati da tutta l’Europa. Quando i treni e le navi lo hanno permesso, le nobildonne della società europea facevano viaggi a Parigi per comprare vestiti o attrezzi di moda. Le modiste e i sarti francesi hanno allora la reputazione di essere i più famosi e le loro creazioni sono le più ricercate.
Cosi’ all’inizio il sarto rispondeva ai bisogni delle sue ricche clienti facendo modelli unici e su
misura : il sarto era un artigiano.







Nel XIX secolo nasce in Francia -e più precisamente a Parigi- l’alta moda con Charles Frederick Worth che rivoluzionerà la concezione della moda : è la nascita della casa di moda. Infatti Worth è considerato come il padre dell’alta moda, benché sia inglese, nato nel 1825 in Inghilterra dove ha studiato i tessuti e i bisogni dei sarti. Poi nel 1845 si stabilisce a Parigi e nel 1858 crea la propria firma in cui fabbrica modelli unici mettendo cosi’ il suo senso artistico davanti : il sarto diventa allora un artista di lusso. Propone collezioni presentate in saloni lussuosi per una clientela agiata, trasformando spesso le sue collezioni, aprendo in questo modo il ciclo della moda.
Dopo Worth altri hanno proseguito nella stessa direzione, tra i più famosi : LANVIN (1885) ; CHANEL (1910) ; DIOR (1945).
Negli anni sessanta, un gruppo di giovani stiliste appare nella scia di queste case di alta moda : inoltre Yves Saint Laurent (1961); André Courrèges (1965); Emanuel Ungaro (1965) e Pierre Cardin.Più tardi nascerà segnatamente Thierry Mugler (1974) ; Jean Paul Gaultier (1982) e Christian Lacroix (1987).






Pero’ le esigenze dell’alta moda (lavoro laborioso e fatto mano) hanno per conseguenze prezzi proibitivi e dunque non accessibili a tutti.
Cosi’ l’alta moda diventa una « vetrina » del saper fare per diffondere l’immagine dei grandi marchi di lusso che fanno anche del prêt-à-porter per una clientela più ampia.
Il prêt-à-porter è costituito di vestiti venduti come prodotti finiti e non realizzati su misura (in opposizione all’alta moda). Si tratta del passagio della sartoria artigianale del vestito su misura alla standardizzazione delle misure, permettendo una produzione successiva.
All’inizio è durante la prima guerra mondiale che l’armata americana deve vestire i suoi soldati in modo il più rapido possibile : le misure sono allora standardizzate per non perdere tempo e ribassare i costi, questa tecnica si chiama la confezione e si estenderà a quello che oggi è l’industria dell’abbigliamento.
Fino alla seconda guerra mondiale la confezione rappresenta solo un quarto della produzione di vestiti (il resto è fatto mano), ed è nel 1947 che il termine prêt-à-porter apparisce, designando ogni vestito non fatto su misura e con un’etichetta che venga messa, come « firma ». Cosi’ i sarti loro stessi creranno un prêt-à-porter più lussuoso per differenziarsi di quello industriale che usa materiali meno costosi ; forme semplici ma che soprattutto ha meno prestigio.





Per ogni portamonete c'è una moda e percio' i clienti rimangono attenti alle sfilate, come nelle città di New-York; Milano o ancora Parigi che conserva il suo ruolo di capitale della moda.

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